La "Scienza felice", a volte tradotta come "La gaia scienza" o "La gaia scienza", è un'opera fondamentale in cui Nietzsche sviluppa ulteriormente la sua critica ai valori tradizionali e la sua visione di una filosofia che afferma la vita al di là della visione pessimistica della realtà ereditata da Schopenhauer. Il libro è noto per la sua proclamazione della "morte di Dio" e per le sfide che pone ai fondamenti della morale e della religione. In quest'opera, Nietzsche sottolinea l'importanza di abbracciare l'incertezza e di creare i propri valori, sostenendo un approccio gioioso e creativo alla vita. La Scienza Felice è notevole per il suo stile aforistico e la sua miscela di elementi poetici e filosofici, che riecheggiano la convinzione di Nietzsche sull'interconnessione tra arte e filosofia, ed è uno dei libri più eleganti di Nietzsche. Scritto mentre viveva a Genova, in Italia, il testo si distingue per il suo stile aforistico (mutuato da Schopenhauer, che aveva preso in prestito da Rabelais ed Erasmo) e per l'esplorazione di temi come l'affermazione della vita, la morte di Dio e l'eterna ricorrenza. Il concetto di Nietzsche di "scienza felice" si riferisce a un approccio gioioso e liberato alla filosofia, che abbraccia l'incertezza e il caos dell'esistenza con uno spirito giocoso e creativo. Il libro include passaggi famosi come "Il folle", che proclama la morte di Dio ed esamina le profonde implicazioni di questo evento per la civiltà occidentale. Camus avrebbe poi creato una versione annacquata di questo "nichilismo positivista", basato sul pessimismo di Schopenhauer.